Gruppo Scout Lendinara 1°

Annalena Tonelli

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Home Diario di Bordo Esploratori - Marco Polo Al campo 2009 a Recoaro Terme

Al campo 2009 a Recoaro Terme

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P1040187Estate... tempo di vacanze, di animazioni, di campi scuola… tempo anche di campi scout. In genere se ne sente poco parlare, forse, perché non sono aperti a tutti, come i campi scuola, ma interessano solo gli scout. Ma questi scout, cosa fanno per quindici giorni in montagna? Mettono in pratica quello che hanno imparato durante i mesi invernali, durante le riunioni del sabato e quelle infrasettimanali. Quest’anno gli scout di Lendinara hanno costruito il loro campo a Recoaro Terme, nei pressi del rifugio Cesare Battisti. Il campo è cominciato il 28 luglio, quando si è caricato il camion, che il giorno dopo ha portato tutto il materiale al campo.

Il 29 luglio i membri più anziani del gruppo, detto riparto, sono partiti per il precampo. Essi hanno preparato le cose che servono a tutto il riparto, come tenda capi, tenda magazzino, docce, lavandini ecc… tre giorni dopo, il 1 agosto, sono arrivati tutti gli altri, e sono cominciate le costruzioni: ogni squadriglia, composta da otto ragazzi, si è costruita la “casa” in cui passare i restanti 15 giorni.
Terminate queste costruzioni, c’è una gara per premiare la squadriglia che ha la “casa” migliore. Dopo questi tre giorni di lavoro, iniziano le attività.
La giornata tipo prevede: sveglia, colazione, che si prepara ogni squadriglia, alzabandiera e ispezione. Poi iniziano i giochi, a mezzogiorno c’è la recita dell’Angelus, e chiamata Kambusa, che consiste nel consegnare alle squadriglie quello che devono farsi da mangiare. Al pomeriggio riprendono i giochi, e dopo cena c’è il fuoco di bivacco, durante il quale si canta, si fanno ban e ci si rilassa dopo una giornata di fatica, di difficoltà, di soddisfazioni e di gioie. La prima sera dopo le costruzioni c’è stato il cosiddetto “lancio impresa”: è arrivato “Gengis Khan” con le sue armate e ha svegliato i ragazzi, e ha detto loro che era giunta l’ora di conquistare la Cina. Ha assegnato a ogni squadriglia un nome di tribù mongolo e ha detto loro di stare pronti. Infatti il giorno dopo c’è stato il tanto atteso “chicken day”: una gara cucina che aveva come piatto principale un pollo, vivo, da uccidere, spennare e pulire. La sera stessa c’è stato il gioco notturno, chiamato stalking: una squadriglia è in base, e le altre devono cercare di entrare senza farsi riconoscere.

Il giorno dopo le squadriglie sono partite per l’hike: a ogni squadriglia viene assegnato un posto diverso e queste partono in esplorazione di questo posto. L’hike prevede un pernottamento fuori dal campo, in un rifugio, in una malga o in una stalla, oppure molte volte sotto un telone attaccato a due alberi.  Tornati dall’hike le squadriglie si sono affrontate con una gara cucina notturna (22.3023.00), con menù composto da torta ai cereali e cioccolato e vin brulé. Il giorno dopo, sabato 8 agosto ci sono stati i giochi d’acqua… sotto la pioggia, seguiti dalle docce... fredde!
P1040288Il giorno dopo, domenica 9 agosto c’è stata la giornata dei genitori: le famiglie dei ragazzi arrivano al campo per  vedere cosa hanno fatto i loro figli e per farsi raccontare da loro le avventure vissute. Durante la giornata dei genitori è stata celebrata la Santa Messa con ragazzi e famiglie. Verso le quattro e mezza, i genitori hanno lasciato il campo e poco dopo i ragazzi sono partiti per il challenge: è un gioco a tappe che prevede pernottamento fuori dal campo, escursioni di nove, dieci chilometri, con dislivello di cinquecento metri. Lunedì mattina, dopo la colazione è ripreso il challenge, e, raggiunta la vetta del monte, è iniziata la Giornata Dello Spirito, con la Santa Messa, celebrata su zaini disposti a mo’ di altare. La Giornata Dello Spirito è un momento, verso la ἀne del campo, in cui ci si può prendere del tempo per pensare, per riflettere, per tirare le somme del campo…  e la vetta di una montagna era il posto migliore per farlo. Più tardi è ripartito il challenge, con nuove tappe, ἀno al ritorno al campo, dove è proseguita la Giornata Dello Spirito, che si è conclusa con la Veglia Alle Stelle: gli scout, uno dopo l’altro, passano una mezzoretta vicino al fuoco, sotto le stelle, per fare una vera riflessione sul campo, su loro stessi, sulla loro vita. Il campo si conclude con il Grande Gioco, una gara tra le squadriglie per aggiudicarsi la vittoria del campo. Mercoledì si è smontato tutto e giovedì, caricato il camion, i ragazzi sono tornati a casa.

P1040289Il campo, oltre ad essere una occasione di divertimento, è un periodo di formazione, durante il quale i ragazzi imparano a superare le difficoltà, come costruirsi la “casa”, farsi da mangiare, esplorare zone sconosciute con lo zaino in spalla. Imparano che nella vita ci sarà sempre la fatica, ma che non bisogna averne paura, perché questa viene ricompensata. Poi imparano a convivere con gli altri, a migliorarsi per il bene della squadriglia. Ma soprattutto, imparano a coltivare la fede: al campo è presente un assistente spirituale: un sacerdote che accompagna i ragazzi nella loro formazione di uomini e di cristiani. Inoltre, all’inizio del campo viene consegnato ai ragazzi un libretto, che tratta degli argomenti importanti come l’amore, il servizio, la verità… non bisogna dimenticare che quasi ogni giorno viene celebrata la Messa, su un altare posto su una montagnola al centro del campo. Lo scoutismo non dura solo al campo, ma le esperienze vissute si riflettono sulla vita di uno scout. Un ragazzo che torna dal campo sa trasformare la sua vita in un’avventura e superare le difficoltà come se fossero le tappe di un challenge. Inoltre sa arrangiarsi nelle piccole e nelle grandi cose e un giorno sarà un uomo che affronta la vita con un sorriso e come dice Baden Powell (fondatore dello scoutismo) si impegnerà a lasciare il mondo un po’ migliore di come l’ha trovato.
Andrea Canal

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