Quanti sarebbero disposti a credere che sabato 6 e domenica 7 marzo l'intero riparto Aquile Randagie si è spostato per un uscita in bici...in Siberia?!?
Ebbene si, per quanto impossibile possa sembrare armati di buona volontà abbiamo seguito la pista indicataci attraverso lo Stretto di Bering (alias “bosco dei chiodi”), e dopo aver decifrato i messaggi lungo il cammino, un complimento a Ivan per l'originalità, ci siamo diretti alla “famosa” località siberiana di Eniselop Attarf, nella canonica della chiesa dei santi Pietro e Paolo.
Ebbene si, per quanto impossibile possa sembrare armati di buona volontà abbiamo seguito la pista indicataci attraverso lo Stretto di Bering (alias “bosco dei chiodi”), e dopo aver decifrato i messaggi lungo il cammino, un complimento a Ivan per l'originalità, ci siamo diretti alla “famosa” località siberiana di Eniselop Attarf, nella canonica della chiesa dei santi Pietro e Paolo.
Se c'era una cosa che ricordava davvero le gelide lande siberiane era la temperatura: un vento freddo continuava a soffiare imperterrito dal primo pomeriggio, e con la sera il gelo si è fatto ancora più intenso.
Niente paura! Con i fuochi prontamente accesi ci siamo scaldati e abbiamo preparato la cena.
Il fuoco di bivacco organizzato e animato dall'alta sq, è stato un vero successo, con bans, canti, giochi e sketch divertenti. Un momento di panico per i novizi con il gioco della “mitica chiaroveggente”.
La mattina il freddo era aumentato ancora e abbiamo preparato la colazione all'interno della canonica. Dopo la messa animata da canti scout, don Gastone ci ha offerto una rapida visita della chiesa.
Un personaggio misterioso si è fatto avanti pochi istanti dopo. Qualche minuto di inseguimento ed è svelato l'arcano: il russo ci guiderà alla conquista della Siberia e alla ricerca del tesoro dello Yeti.
Dopo una partita ad alce rossa all'ultimo sangue, ricca di momenti entusiasmanti, la sq picchi è riuscita a ritrovare il tanto ambito premio, guadagnando un paio di attrezzi molto utili per la cassa di sq. Allestito in fretta il tavolo, ci siamo lanciati in un lauto pasto, che si è trascinato per ore con chiacchiere e abbuffate.
Una volta preparato lo zaino, volenti o nolenti ci aspettava il viaggio di ritorno, per fortuna il venti era calato e il freddo si era fatto meno intenso.
Con in testa i ricordi del simpatico russo e dei panorami siberiani, siamo tornati a casa a goderci un po' di meritato riposo.
PS: solo dopo ci siamo resi conto che per arrivare in Siberia non bisognava attraversare lo Stretto di Bering...Ops!!!